Emozioni, esperienze, opinioni, sentimenti, valori delle
persone: un futuro di umanizzazione del dato
Di Furio Camillo, Professore di Statistica aziendale presso il Dipartimento di Scienze Statistiche dell‘Università di Bologna e Responsabile scientifico di DataScienceLAB
“Chi vive nel «mondo» non può esperire in sé nient‘altro che la lotta tra una moltitudine di valori. Egli deve scegliere quale di questi vuole o deve servire.”
E’ una famosa frase del sociologo Max Weber, il quale argomenta l‘esistenza di una specie di dibattito interno circa l‘adesione a una o più modalità di declinazione che ognuno di noi, uomini moderni, assegna all‘insieme dei valori fondanti la propria personalità. I comportamenti arrivano poi di conseguenza, partendo da emozioni, bisogni, desideri, giudizi di valore.
Aspetti che non possono essere trascurati quando si parla di esperienza. Ma cos‘è davvero l‘esperienza? Nel linguaggio scientifico significa esperimento. In filosofia il termine ha invece diversi significati: nella conoscenza è il momento in cui interviene la sensazione; riguardo alla sensibilità interiore è la percezione intuitiva, immediata, di un sentimento o un‘emozione. Con tutte queste sfaccettature, come si può misurare l‘experience?
Cerchiamo di capirlo attraverso l‘analisi di alcuni esempi concreti.
1. Riconoscere e codificare le emozioni misurando le espressioni facciali
Un primo caso interessante è dato dall‘introduzione dei software di riconoscimento e decodifica delle emozioni mediante la misura delle espressioni facciali in grandi web-panel di consumatori e intervistati.
Un caso concreto di ‘misurazione analitica delle emozioni’ è quello incorporato nel Modello Glaxi che ha proposto di recente la somministrazione visiva di un famoso spot di uno dei più importanti brand del fashion italiano della durata di 30 secondi al suo web-panel di riferimento.
Il panel sottoposto allo stimolo è stato di quasi 1000 italiani che hanno prodotto altrettante “serie storiche”: un clustering di queste serie storiche consente oggi di segmentare i clienti non per i loro comportamenti o le loro opinioni, ma addirittura per la loro reazione emotiva a uno stimolo multimediale come uno spot promozionale.
2. La città intorno: analisi dei big data e “comportamento ” degli smartphone per far vivere meglio i quartieri cittadini
La Fondazione Cariplo sta promuovendo un interessante programma chiamato “La città intorno” (https://lacittaintorno.fondazionecariplo.it/) che si propone di sviluppare e migliorare il benessere e la qualità della vita per gli abitanti dei quartieri intorno al centro storico di Milano. Come? Aumentando le iniziative culturali, economiche, creative, rendendo la comunità locale attiva e partecipe, protagonista del proprio quartiere.
Modellando il comportamento degli smartphone è possibile stimare aree di gravitazione spaziale e definire delle matrici di interazione fra micro-aree naturalmente definite con modelli geo-statistici. Decodificando poi l‘impiego del tempo dei cittadini in un set di attività quotidiane desumibili da cosa c‘è nell‘intorno più vicino agli smartphone quando risultano fermi per un tempo più lungo del solito, è stato possibile associare traiettorie, spostamenti e geolocalizzazioni con i ‘cluster’ di opinioni emersi da una survey campionaria somministrata ai cittadini milanesi, oltre 3000 questionari per la precisione.
Il sistema diventa così uno strumento valido sia per la pianificazione di attività territoriali mirate ma anche per modellare la valutazione di impatto di attività sul territorio che mirano a cambiare le abitudini dei cittadini.
3. La Barbiera di Sasso Marconi che arriva fino a Cortina
Se si pensa che le analisi dei big data e le capacità di costruire e gestire una efficace customer experience siano prerogativa solo delle grandi aziende, ci si sbaglia.
Simona Fabbri, “La Barbiera” (http://www.gruppolabarbiera.it/), è l‘ideatrice di un format innovativo di barberia partito nella piccola cittadina di Sasso Marconi, ai piedi dell‘Appennino bolognese.
La piccola società sfrutta la naturale produzione di dati che i suoi clienti determinano sui social o quando usano le app dello smartphone, affiancata però da un sistema analitico di modellazione predittiva e di lookalike basato su delle survey motivazionali “gamificate”, corroborate da modelli valoriali, utili a decodificare desideri, bisogni e attitudini rispetto all‘uso del tempo, all‘esperienza e ai servizi che una barberia può offrire ai suoi segmenti di clientela.
Che funziona, lo dimostra il successo del brand: oggi ‘La Barbiera’ si sta espandendo anche in altri territori d‘Italia con lo stesso format (Cortina, Bologna Centro e prossimamente dovrebbe sbarcare in altre 3 città d‘Italia) e il modello di analisi e customer experience management sta diventando un vero e proprio punto di riferimento dell‘intero settore
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