Innovation sparks
Navigare l’innovazione, dalla sperimentazione all’integrazione di dati e intelligenza artificiale nei processi di business
Come i dati e l’IA possono supportare un processo decisionale tempestivo e affidabile in grado di fornire risultati concreti in termini di produttività, performance, trust.
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Navigare l’innovazione, oggi, significa andare oltre la semplice adozione di nuove tecnologie; richiede una trasformazione culturale e operativa che abbraccia il cambiamento, promuove l'agilità e sfrutta dati, Analytics e Intelligenza Artificiale (AI – Artificial Intelligence); navigare l'innovazione significa implementare queste tecnologie non solo per ottimizzare le operazioni esistenti, ma anche per scoprire nuove opportunità di business, personalizzare l'esperienza del cliente, creare prodotti e servizi rivoluzionari... per assicurarsi produttività e performance, all’insegna del trust.
Potremmo riassumere così i concetti chiave emersi durante un recente incontro che SAS ha organizzato per i propri clienti a Milano, nel quale è chiaramente emerso come l'analisi dei dati e l'intelligenza artificiale siano concretamente al centro di una rivoluzione, fornendo alle aziende gli strumenti per analizzare grandi volumi di dati in tempo reale, prevedere comportamenti futuri e prendere decisioni basate su insight profondi.
“Oggi le organizzazioni possono efficacemente navigare l'innovazione sfruttando l'Analytics e l'AI, trasformando l'innovazione tecnologica in un vantaggio competitivo sostenibile. Dal comprendere i propri dati a creare una cultura dell'innovazione, dalla gestione del cambiamento tecnologico all'adattamento delle strategie di business, le aziende stanno ridefinendo il loro futuro in un mondo sempre più guidato dai dati”, sono le parole di apertura di Mirella Cerutti, Regional VP di SAS.
“Abbiamo fatto dell’analisi del dato il nostro core business, per noi navigare l’innovazione significa usare il dato lungo tutto il suo ciclo di vita, con un focus specifico su produttività, performance e trust. Il pilastro trust ha un significato profondo nella nostra azienda e vogliamo trasferirlo al mercato ed ai nostri clienti: trust significa sfruttare al meglio e al massimo la tecnologia in una logica di affidabilità (che per l’AI significa anche responsabilità, tracciabilità e spiegabilità), sicurezza e governance. Siamo noi umani a guidare i modelli e a prendere decisioni”.
Dalla sperimentazione ai progetti di business, i tempi sono maturi
A dare un’idea dello scenario che caratterizza il mercato italiano e come le aziende stanno navigando l’innovazione, soprattutto nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale sono Chiara Celsi, Partner, AI & Cognitive Country Leader di Deloitte, e Angelo Tenconi, EMEA Technology Senior Director di SAS.
“Stiamo assistendo a un significativo aumento dei progetti di sperimentazione, non solo nelle aziende più grandi”, sono le prime considerazioni di Celsi. “Molte aziende sono già nella cosiddetta fase della consapevolezza, hanno ben chiaro che dopo le prime sperimentazioni è fondamentale capitalizzare investimenti ed esperienze fatte, inserendo in modo più strutturato le tecnologie basate su Intelligenza Artificiale lungo i processi operativi e di business aziendali”.
Molte aziende sono già nella cosiddetta fase della consapevolezza, hanno ben chiaro che dopo le prime sperimentazioni è fondamentale capitalizzare investimenti ed esperienze fatte, inserendo in modo più strutturato le tecnologie basate su Intelligenza Artificiale lungo i processi operativi e di business aziendali. Chiara Celsi Partner, AI & Cognitive Country Leader Deloitte
Navigare l’innovazione in modo più strutturato significa concentrare gli sforzi lungo tutto il ciclo di vita dei dati e dei processi che ne vengono abilitati, suggerisce Tenconi. “Noi seguiamo un framework metodologico basato su quattro fasi:
- gestione dei dati;
- discovery e analisi dei dati;
- deployment (messa in produzione);
- decisioning (integrazione nei processi di business).
Questi quattro passaggi consentono di mantenere salda la governance sui dati, sui modelli, sulle tecnologie, sui processi, ciò che serve per poter concretamente estendere i vantaggi degli Analytics e dell’AI oltre i progetti di sperimentazione”.
Naturalmente, senza mai perdere di vista (e gestire) criticità, rischi e pain point, suggeriscono sia Celsi sia Tenconi. “Serve innanzitutto quantificare il bilanciamento tra investimenti necessari – non solo in termini economici ma anche di risorse e competenze, nonché di effort per il mantenimento, la gestione, la governance delle tecnologie e dei progetti – e reali benefici attendibili”, invita a riflettere Celsi.
“Tra i pain point delle aziende, oggi particolarmente sentito con l’introduzione della Generative AI, c’è sicuramente l’affidabilità sui risultati, nonché ovviamente i temi di privacy e governance”, aggiunge Tenconi. “Per le aziende è di fondamentale importanza avere il controllo sulla tracciabilità e la cosiddetta ‘explainability’, la spiegabilità, dei modelli e degli output che generano. La Generative AI ha il grande potenziale di democratizzare ulteriormente gli Analytics, questo significa che i cambiamenti in arrivo sono molteplici, anche nel ruolo di figure come i Data Scientist e i Data Analyst. Non si può spingere l’acceleratore sull’innovazione senza tenere le mani ben salde sul volante del Trust”.
Misurazione e governance, non un freno ma un grande acceleratore
A fugare ogni dubbio sul possibile freno che controllo e governance potrebbero produrre nella corsa all’innovazione è Silvia Badinelli, Responsabile Direzione Tecnica, Business Services di Allitude, che offre la prospettiva esattamente opposta, spiegando come un buon governo tecnologico, di processo e di change management, consenta di sfruttare al meglio le tecnologie abilitanti, nel suo significato più puro, cioè di elementi realmente abilitatori dell’innovazione.
“La nostra storia aziendale è significativa dal punto di vista della trasformazione”, esordisce Badinelli. “Per noi il dato assume un significato e un valore strategico non solo ‘aggregante’ per l’integrità di business delle varie entità che compongono il nostro gruppo, ma anche determinante per le decisioni chiave di business e la compliance normativa nazionale e sovranazionale”.
Allitude nasce, infatti, nel 2020 a seguito di un percorso di integrazione societaria ed oggi è parte del Gruppo Cassa Centrale quale azienda specializzata in servizi di outsourcing informatico e di back-office per il settore bancario
Per noi il dato assume un significato e un valore strategico non solo ‘aggregante’ per l’integrità di business delle varie entità che compongono il nostro gruppo, ma anche determinante per le decisioni chiave di business e la compliance normativa nazionale e sovranazionale. Silvia Badinelli Responsabile Direzione Tecnica, Business Services Allitude
“Il nostro primo impegno è andato nella direzione di ‘costruire un unico punto di verità del dato’, ossia fare in modo che il dato fosse unico, integro e coerente, centralizzato e disponibile e accessibile a tutti i cosiddetti ‘sistemi di consumo’, intesi come utenti e applicazioni che accedono e usano quel dato”, spiega Badinelli. “Governance e sicurezza sono acceleratori di trasformazione e innovazione se integrati in una visione (e in un processo) di innovazione concreta. In questo senso, le tecnologie diventano davvero abilitanti, in quanto consentono di fare grandi passi trasformativi sia a livello di sperimentazione che, poi, di messa a terra”.
Spingere verso una innovazione consapevole
A fare da eco alle riflessioni di Badinelli sono Cinzia Campanella, Head of Innovation & Vertical Solutions di Vodafone Business, e Giuseppe Cardillo, Head of Architecture & Innovation, Gruppo BCC ICCREA, che, condividendo le rispettive esperienze e i percorsi di innovazione che stanno compiendo all’interno delle rispettive organizzazioni, hanno enfatizzato l’importanza di sperimentare e “abbracciare le nuove tecnologie” come l’Intelligenza Artificiale con un approccio di “innovazione consapevole” e con l’accompagnamento dei corretti partner tecnologici, capaci di accompagnare le aziende anche come “faro guida” sul Trust.
"Nel corso degli anni, il settore delle telecomunicazioni ha puntato alla trasmissione di una sempre maggiore quantità di dati, focalizzandosi sulla creazione di una 'banda' sempre più larga. Tuttavia, con l'introduzione delle reti di nuova generazione, caratterizzate da maggiore flessibilità oltre che in termini di banda, anche di latenza e affidabilità, diventa essenziale considerare anche le specifiche esigenze delle applicazioni degli utenti", spiega Campanella. "I servizi di connettività dovranno quindi essere personalizzabili in base alle necessità individuali dei clienti. Il 5G, in questo contesto, rappresenta un abilitatore chiave diversi settori tra i quali la telemedicina o le nuove forme di formazione e istruzione. Per realizzare ciò, diventa cruciale acquisire una comprensione approfondita della natura, del contenuto e della destinazione d’uso dei dati che attraversano le reti di telecomunicazioni. Questo cambio di prospettiva è rivoluzionario... stiamo passando dall'accento sull'infrastruttura alla comprensione dei dati e delle loro interconnessioni".
Diventa cruciale acquisire una comprensione approfondita della natura, del contenuto e della destinazione d’uso dei dati che attraversano le reti di telecomunicazioni. Questo cambio di prospettiva è rivoluzionario... stiamo passando dall'accento sull'infrastruttura alla comprensione dei dati e delle loro interconnessioni. Cinzia Campanella Head of Innovation & Vertical Solutions Vodafone Business
Un cambio che richiede un necessario passaggio interno, quello del “prendere dimestichezza” con le nuove tecnologie, soprattutto Analytics e Intelligenza Artificiale, esattamente come ha deciso di fare Cardillo che con il suo team ha intrapreso un viaggio di conoscenza, prima ancora che di adozione, per aiutare gli utenti aziendali di business ed il top management a capire cos’è e che potenzialità può avere l’Intelligenza Artificiale.
“Il rischio di mancata governance non risiede solo nella non padronanza tecnologica, ma anche nella non comprensione delle effettive richieste che si possono fare alla tecnologia stessa”, dettaglia Cardillo. “L’Intelligenza Artificiale sta creando uno shock culturale, nonché un interesse diffuso che potrebbe diventare una criticità se non gestita correttamente in azienda. Non dobbiamo certamente avere paura di sperimentare, anzi, serve mente aperta e coraggio di andare verso il nuovo, aprendo tavoli di conoscenza ed esplorazione, ma serve al contempo una capacità di governo per una innovazione consapevole, che passa necessariamente dalla comprensione e dalla conoscenza concreta delle tecnologie e del loro reale potenziale”.
Serve mente aperta e coraggio di andare verso il nuovo, aprendo tavoli di conoscenza ed esplorazione, ma serve al contempo una capacità di governo per una innovazione consapevole, che passa necessariamente dalla comprensione e dalla conoscenza concreta delle tecnologie e del loro reale potenziale. Giuseppe Cardillo Head of Architecture & Innovation Gruppo BCC ICCREA
“Siamo solo all’inizio di una grande rivoluzione – sono le parole di chiusura di Mirella Cerutti, Regional VP di SAS – serve un approccio alla conoscenza e all’apprendimento continuo anche per spingere sull’innovazione.
Le aziende pionieristiche hanno compreso come Analytics e Intelligenza Artificiale possano dare una spinta concreta all’innovazione in ottica di produttività e performance, mantenendo saldo quello che per noi ormai è un ‘vero e proprio pallino, la governance (Trust). Le altre, che ancora devono iniziare le prime sperimentazioni, hanno la fortuna di poter contare sulle esperienze condivise da chi ha già mosso i primi passi, capitalizzando percorsi che possono risultare più rapidi nella loro messa in produzione, entrando davvero al cuore dei processi aziendali”.
22 aprile 2024
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