All’Ospedale Policlinico San Martino di Genova c’è stato un cambiamento di passo importante dettato da un uso smart dei dati. Il vantaggio atteso per i pazienti è la possibilità di pianificare al meglio le risorse sulla base di un approccio sempre più personalizzato.
Per migliorare l’assistenza e la somministrazione delle cure, si è passati da un’analisi dei dati di tipo verticale, ovvero organizzata per unità operative, a un’analisi trasversale: così facendo è possibile tenere conto di tutti i processi che riguardano e coinvolgono i pazienti, compreso il loro monitoraggio nella fase successiva alle dimissioni.
Il risultato atteso? Equità di accesso ai servizi ospedalieri, percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali adeguati e in linea con le indicazioni delle società scientifiche e della ricerca, monitoraggio costante dei pazienti oltre il percorso ospedaliero.
Vediamo come.
Come riassume Francesco Copello, Direttore U.O. Controllo di Gestione - Direttore Dipartimento di Staff, Ospedale Policlinico San Martino di Genova: “Devo dire con un certo orgoglio che noi oggi riusciamo ad avere una misurazione molto ampia degli esiti suddivisa per singola patologia, per operatore e per unità operativa. Non si parla solo in termini di sopravvivenza dei pazienti, ma anche in termini di re-interventi, nuovi ricoveri, nuove terapie necessarie. Possiamo incrociare i dati con i nuovi percorsi in ottica di miglioramento, vedendo anche le unità operative non più in forma verticale ma in ottica trasversale e con un approccio multidisciplinare: è così che mettiamo in campo le risorse necessarie in base alle reali necessità, anche se questo significa dover governare una maggiore complessità interna.”
Senza una corretta analisi dei dati, tutto questo non sarebbe possibile: ancora una volta, gli analytics si rivelano ottimi alleati per un futuro migliore, sempre più innovativo e human-centered. A dispetto della “freddezza” che viene spesso imputata ai dati!